Tra i compiti più urgenti dal punto di vista educativo c’è sicuramente quello di investire sull’attenzione verso l’alimentazione. La tendenza degli ultimi anni che coinvolge anche tantissimi giovani è caratterizzata da due eccessi. Da una parte il mettersi a dieta con lo scopo di perdere peso e rispettare presunti canoni di bellezza, dall’altro l’ossessione verso ciò che mangiamo che ha drasticamente impoverito l’attività del mangiare riducendola a una mera questione nutrizionale.
In questo senso l’educazione alimentare è uno strumento di prevenzione a tutela della salute che deve essere messo in atto per arginare e contrastare i numeri sempre più drammatici, soprattutto in età giovanile, del rapporto con il cibo. Diverse ricerche parlano di una vera e propria emergenza con le richieste di aiuto da parte degli adolescenti che sono triplicate in materia di disturbi alimentari.
Propriamente in ambito medico si parla di disturbi del comportamento alimentare (DCA) e sono quei comportamenti legati all’alimentazione che compromettono in maniera significativa lo stato di salute fisica o il funzionamento psicosociale. I disturbi più comuni e noti sono l’anoressia (chi ha un’alimentazione con un ridotto apporto di calorie per effetto dell’alterata percezione del proprio peso) e la bulimia (grandi mangiate a cui segue l’autoinduzione del vomito o l’uso di diuretici e lassativi).
Il dramma che rende sempre più urgente il ricorso a un percorso di educazione alimentare è che oltre a essere in aumento i casi di anoressia e bulimia sono in calo l’età di esordio di questi disturbi.
Da dove partire e dove arrivare
Il fenomeno dei disturbi alimentari, anche quelli non propriamente tali ma tutti quelle abitudini disordinate per cui mangiamo poco o male, è molto complesso. Le scelte alimentari non sono quasi mai esclusivamente legate al gusto o alla nutrizione. Ci sono fattori psicologici, sociali, culturali, estetici, affettivi, economici e religiosi che incidono sul modo in cui ci relazioniamo con il cibo. Cibo che spesso viene considerato come un nemico da evitare o contrastare.
La realtà è che dovremmo tutti riscoprire una certa armonia e un legame profondo tra il nostro organismo e il cibo che ingeriamo. Questo non è solo un insieme di nutrienti utili per il fabbisogno energetico, ma anche un contributo per l’umore e il benessere e una preziosa occasione di condivisione e socialità. Il cibo intercetta tantissimi aspetti del vivere quotidiano ed è fondamentale dargli l’attenzione che merita.
Una buona educazione alimentare, come approfondito in questa pagina https://biologanutrizionistatrieste.it/educazione-alimentare/, è quella finalizzata a mangiare meglio e recuperare un peso forma ottimale, ma anche a mantenere questo obiettivo nel tempo. Per farlo non esistono diete magiche o soluzioni miracolose, ma un lavoro da svolgere sulla singola persona (e le specifiche caratteristiche) che va a comprendere non solo le quantità e le varietà di alimenti da mangiare, ma anche le modalità di assunzione del cibo.
In questo modo il cibo non sarà più fonte di ossessione e si riscoprirà il piacere di mangiare e di mangiare bene scegliendo con consapevolezza e cura gli alimenti da assumere quotidianamente per attivare in modo corretto il proprio metabolismo.
Note bibliografiche:
www.salute.gov.it/portale/nutrizione/dettaglioContenutiNutrizione.jsp?lingua=italiano&id=5566&area=nutrizione&menu=educazione
www.unobravo.com/focus/disturbi-alimentari
Disclaimer: “È opportuno precisare che i testi non costituiscono indicazioni per la diagnosi e la terapia di condizioni patologiche, quindi si consiglia di consultare il medico di famiglia”.