Il fumo di tabacco rappresenta una delle principali cause di malattia e morte prevenibili a livello globale. Ogni anno, milioni di persone muoiono a causa delle conseguenze legate al fumo, che coinvolgono un’ampia gamma di patologie.
I danni provocati dal fumo colpiscono vari organi e sistemi del corpo umano e possono essere classificati in effetti immediati e a lungo termine.
Gli effetti immediati del fumo
Il consumo di tabacco produce immediati effetti nocivi sul corpo.
Anzitutto, alla nicotina va attribuita la responsabilità della dipendenza; una volta inalata, essa raggiunge rapidamente il cervello, stimolando il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, che provocano sensazioni di piacere e soddisfazione. È questo meccanismo di ricompensa che trasforma il fumo in una dipendenza, tanto difficile da abbandonare.
Un altro effetto immediato avviene a livello cardiovascolare, infatti, il fumo aumenta la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Ciò accade perché la nicotina stimola il sistema nervoso simpatico, causando la costrizione dei vasi sanguigni.
Nel tempo, questo stress aggiuntivo sul cuore può portare a gravi condizioni come malattie cardiache e ipertensione. Per saperne di più su come affrontare questo problema, approfondisci l’argomento su Ipertensione: tutto quello che si deve sapere su come affrontare il problema.
Infine, si registrano effetti anche sul sistema respiratorio, visto che gli agenti irritanti presenti nel fumo di tabacco, come l’acido cianidrico e l’ammoniaca, irritano le vie respiratorie causando infiammazione e aumentando la produzione di muco, con conseguente tosse e difficoltà respiratoria.
Gli effetti a lungo termine del fumo
A lungo termine, il fumo è responsabile di molte e gravi condizioni patologiche, spesso mortali. Una delle più note è il cancro ai polmoni; le sostanze chimiche presenti nel fumo di tabacco, come il benzene, il polonio-210 e il catrame, sono noti agenti cancerogeni che danneggiano il DNA delle cellule polmonari, aumentando il rischio di mutazioni che possono portare alla formazione di tumori.
Il fumo è associato anche ad altri tipi di cancro, inclusi quelli della bocca, della gola, dell’esofago, della vescica, del pancreas e del rene; è certo che il rischio di sviluppare questi tumori è molto più alto nei fumatori.
Sul sistema cardiovascolare, il fumo ha un impatto disastroso tenuto conto che si tratta di uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiache, ictus e malattia arteriosa periferica.
Ciò accade poiché le sostanze chimiche contenute nel fumo danneggiano l’endotelio dei vasi sanguigni, portando alla formazione di placche aterosclerotiche che, a loro volta, possono restringere o bloccare completamente le arterie, causando infarti e ictus.
Inoltre, i danni del fumo a lungo termine non possono non includere il sistema respiratorio che, anzi, appare il più vulnerabile.
Un esempio è la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una condizione debilitante causata dall’inalazione prolungata di fumo che include bronchite cronica ed enfisema, condizioni che riducono la capacità polmonare e rendono difficile la respirazione. I pazienti con BPCO spesso soffrono anche di tosse cronica, produzione eccessiva di muco e mancanza di respiro.
Ulteriori danni del fumo
Il fumo non colpisce solo i polmoni e il cuore ma ne risente anche il sistema immunitario, che diviene meno efficiente nel combattere infezioni e malattie.
Per questo motivo, i fumatori hanno una maggiore incidenza di infezioni respiratorie, come polmonite e influenza, e una guarigione più lenta dalle malattie.
Persino la salute della pelle è compromessa dal fumo perché le sostanze chimiche in esso contenute riducono l’apporto di sangue alla pelle, accelerandone il processo di invecchiamento e l’insorgenza di rughe premature.
Il tabagismo riduce addirittura la densità ossea, aumentando il rischio di osteoporosi e fratture, un fattore di particolare preoccupazione per le donne che, dopo la menopausa, presentano già un rischio maggiore di osteoporosi.
Fumo e sangue nel catarro
Il sangue nel catarro, noto come emottisi, può essere un segnale di diverse condizioni mediche, alcune delle quali gravi. È quindi fondamentale comprendere le possibili cause di questo sintomo per poter avviare un intervento medico appropriato.
Per approfondire meglio questo argomento, abbiamo consultato un esperto del settore, il Dr, Alessandro Valieri specializzato in otorinolaringoiatria, il quale ci ha spiegato da cosa può dipendere la presenza di sangue nel catarro.
Nei fumatori, una delle cause più comuni di sangue nel catarro è la bronchite cronica, una delle componenti della BPCO.
Come abbiamo visto poc’anzi, la bronchite cronica induce una produzione eccessiva di muco e un’infiammazione delle vie aeree che, essendo irritate, possono sanguinare, facendo risultare tracce di sangue nel catarro.
Un’altra causa comune è il cancro ai polmoni e la presenza di sangue nel catarro può esserne un segnale precoce.
Ciò solleva particolari preoccupazioni perché il cancro ai polmoni spesso viene diagnosticato già in fasi avanzate, quando i sintomi sono più evidenti. L’emottisi può derivare dalla rottura di piccoli vasi sanguigni all’interno del tumore o dall’erosione del tessuto polmonare da parte del tumore stesso.
Le infezioni polmonari, come polmonite e tubercolosi, possono anch’esse provocare sangue nel catarro; infatti, queste infezioni causano infiammazione e danni al tessuto polmonare, portandolo al sanguinamento.
Nei paesi più avanzati, la tubercolosi è considerata una patologia ormai superata ed è nota più attraverso le storie della letteratura e del teatro ma, nei paesi in via di sviluppo, è ancora presente e può essere piuttosto grave se non trattata adeguatamente.
Ulteriori condizioni che possono includere sangue nel catarro sono: l’embolia polmonare (cioè il blocco di un’arteria polmonare dovuto a un coagulo di sangue), le malattie autoimmuni che colpiscono i polmoni (come la granulomatosi di Wegener), e i traumi al torace.
Per determinare la causa del sangue nel catarro è opportuno eseguire un’approfondita anamnesi medica e una valutazione clinica con specifici esami diagnostici, tra i quali: radiografie del torace, tomografia computerizzata (TC), broncoscopia (esame delle vie aeree interne) e analisi del sangue.
L’impatto del fumo passivo
Gli effetti del fumo passivo sono altrettanto pericolosi; le persone che vivono con fumatori o che lavorano in ambienti dove si fuma sono esposte alle stesse sostanze chimiche tossiche dei fumatori attivi.
Il fumo passivo è associato ad un aumento del rischio di malattie cardiache, cancro ai polmoni e problemi respiratori, specialmente nei più piccoli. Infatti, i bambini esposti al fumo passivo hanno una maggiore incidenza di asma, infezioni respiratorie e sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS).
Prima di tutto: smettere di fumare
Abbiamo visto quanto il fumo di tabacco abbia effetti devastanti sulla salute, provocando danni immediati e a lungo termine a vari sistemi della persona.
Di conseguenza, per ridurre il rischio di gravi patologie, come quelle cardiache, il cancro ai polmoni e la BPCO, è essenziale smettere di fumare.
In più, non bisogna sottovalutare la presenza di sangue nel catarro perché potrebbe essere indicativa di condizioni molto serie, come cancro ai polmoni o infezioni polmonari.